NUOVO ORRORE IN MARE

Non era ancora l’alba del 26 febbraio, quando si è consumata l’ennesima tragedia in mare. In un vecchio peschereccio, che si era messo in viaggio dalla Turchia 4 giorni prima, organizzato da trafficanti di esseri umani, si trovavano 180 persone tra uomini, donne e bambini. Il mare con forti onde e condizioni avverse ha messo in forte difficoltà l’imbarcazione trascinandola in una secca ad un centinaio di metri dalla costa di Crotone, spezzandola in due. Si contano 64 vittime tra cui 14 minori. Dei superstiti alcuni ricoverati con seri danni, altri in forte stato di terrore. Il sindaco dell’Isola di Capo Rizzuto: ”Ancora una volta ci troviamo a piangere una tragedia del mare. Non ci sono parole, sono immagini che non si vorrebbero mai vedere”. Dal mondo religioso: “Una profonda tristezza e un acuto dolore attraversano il Paese per l’ennesimo naufragio avvenuto sulle nostre coste. Le vittime sono di tutti e le sentiamo nostre”. Così in una nota il presidente della Cei, il cardinale Zuppi, si unisce alla preghiera del Papa per i morti, i dispersi e i sopravvissuti. Senza ombra di dubbio si tratta ancora di una tratta degli esseri umani: a fronte di una somma di denaro, si promette una nuova vita ed un viaggio sicuro. Persone che con un filo di speranza di una vita migliore affrontano un viaggio di fortuna e disperati che abbandonano la propria terra per sopravvivenza. Purtroppo questo dramma dovrebbe far riflettere che siamo tutti fratelli e sorelle oltre che esseri umani. A pochi giorni dalla ricorrenza di un anno dall’inizio di una guerra, questa tragedia porta davvero tanto dolore e sofferenza.

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