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EMILIA ROMAGNA: TANTO DOLORE MA TANTA VICINANZA
Sono stati soprannominati “gli angeli del fango” quel grande numero di persone che intonando ogni tanto il brano “Romagna mia” si sono adoperate alla rimozione del fango ed alla pulizia delle strade dalle città dell’Emilia Romagna colpita dall’alluvione dei giorni scorsi. Il canticchiare a motivetto è stato un modo per dare forza oltre che sostegno alle persone colpite: oltre ai 14 morti ed ai molti feriti, anche un gran numero degli sfollati: circa 38000 che per fortuna al momento sono scesi a 26000. Molti vengono ospitati in hub attrezzati per l’accoglienza, tuttora continua la macchina dei soccorsi per aiutare persone che ancora dopo quattro giorni si trovano in difficoltà o sino a poco tempo fa si trovavano intrappolate nelle proprie case; il video del soccorso di un bambino molto piccolo portato in salvo ha fatto il giro di tutte le notizie. Ancora ci sono diverse zone isolate c’è carenza persino di acqua potabile. Inoltre purtroppo ora si iniziano a contare danni che hanno messo in ginocchio attività ed aziende, le più colpite quelle agricole, che non sanno se possono riprendere il proprio lavoro. Anche se l’acqua lentamente si ritira, ad ora rimane alto l’allarme per frane o smottamenti. Un disastro che non si sa se poteva essere evitato ed oltre che chiedersi di chi sia la responsabilità, sarebbe meglio mettersi subito all’opera per ridare dignità a queste persone che non hanno colpe. Ci sono da fare ricostruzioni, riformare aziende e posti di lavoro altrimenti quando i riflettori si spegneranno si correrebbe il rischio di lasciare una regione sola. Per fare un esempio, a Forlì un’azienda agricola formatosi sei mesi fa, è andata distrutta e ciò che rimane è stato caricato su un camioncino. Danni per un miliardo e mezzo sono le stime sino a questo momento. Molte sono le famiglie che hanno perduto casa, che non hanno più nulla. “Come Caritas siamo pronti a intervenire in una prospettiva di accompagnamento che, come già sperimentato in precedenti emergenze in Italia e nel mondo, mette al centro i bisogni delle persone, in particolare di quelle che vivevano già situazioni di disagio sociale ed economico e che rischiano di rimanere escluse da altre forme di supporto” ha spiegato il direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello.
È possibile quindi sostenere gli interventi di Caritas Italiana per questa emergenza in Emilia Romagna, utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line tramite il sito https://donazioni.caritas.it, o bonifico bancario specificando nella causale “Emergenza alluvione 2023” tramite:
- Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
- Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
- Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
- UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119
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PAPA FRANCESCO E I SUOI 10 ANNI DA PONTEFICE
Era il 13 marzo 2013 quando al mondo intero risuonarono le parole “Fratelli e sorelle, buonasera”. Le prime parole esclamate da Papa Bergoglio dalla loggia centrale di piazza San Pietro, dopo pochi minuti dalla sua elezione come 266° pontefice della chiesa cattolica.
Quest’anno, a 10 anni di pontificato, si ripercorrono tappe molto importanti. Dalla modernizzazione della chiesa, alla promozione della pace e la riconcigliazione tra i popoli; un papato con al centro la semplicità. Da quella sera sono trascorsi 10 anni, con viaggi importanti come a Lampedusa dove ha incontrato migranti, ha affrontato a fondo il tema del Covid con annessa solitudine. Al centro dei suoi discorsi c’è sempre un richiamo ai poveri ed ai bisognosi. Nel 2016 il viaggio a Cuba per abbracciare il patriarca di Mosca Kirill, Nel 2019, con un viaggio negli Emirati Arabi, suggella il dialogo tra le varie religioni. “Ed ora, dopo un periodo di pandemia, questa guerra proprio non ci voleva” la frase che ha segnato la giornata della pace. Toccanti sono le varie tematiche legate alla pedofilia, cui Papa Francesco traccia varie volte. Un decennio di Pontificato all’insegna della pace; anche l’appello al disarmo nucleare. Grazie Francesco!